Da quando noi di TeenPress ci siamo inerpicati fin su il Palazzo del Carroccio per la presentazione della nuova campagna contro il gioco d’azzardo, la verità ci è balzata agli occhi lampante. Gli angoli dei bar, prima non degni della nostra attenzione, sono improvvisamente diventati le tragicomiche alcove degli schiavi delle slot machines. Anche i momenti più felici si inondano di subitanea consapevolezza; pochi giorni fa, in un tabacchi alla stazione eravamo in attesa di un pullman dal natio sud pieno di bontà di mammà. Ebbene, il cuore slanciatosi in trepida attesa si stringe alla vista di un gruppo di vecchietti chinati con altrettanta speranza sul proprio gratta e vinci. E persino meditando su queste situazioni, seduti sull’autobus che conduce alla sede di TeenPress sulla via Tiburtina, sfavillanti casinò, bingo e sale slot si parano sul nostro tragitto. “Via Tiburtina come Las Vegas!”, denunciano gli attivisti (“Magara!” rispondono i residenti.)
Poi, a fare da contrappunto alle osservazioni quotidiane, ci sono i numeri: 100 miliardi è il fatturato del gioco d’azzardo (4% del PIL nazionale) dell’industria del gioco d’azzardo; 8 sono i miliardi di tasse corrispondenti; 400.000 sono le slot-machine dislocate nel territorio nazionale; oltre 6000 i locali e agenzie autorizzate. Il gioco d’azzardo a oggi conta 15 milioni di giocatori abituali, di cui 3 milioni a rischio patologico e 800.000 già patologici.
Come risolvere questa deriva sociale? Ecco quello che i politici, sociologhi e psicologi presenti alla conferenza ci hanno raccontato.
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