Pasta, pane, pizza, biscotti … chi nella vita non ha mai, almeno una volta, desiderato, sognato o semplicemente spalancato gli occhi di fronte a una di queste prelibatezze e contemporaneamente ha sentito aumentare la salivazione – il famoso effetto “acquolina in bocca”.
Ebbene ci sono persone che purtroppo non possono provare più o non proveranno mai queste sensazioni, o più precisamente dovranno gustare queste cose con un sapore diverso, ma non per questo disprezzabile. Queste persone sono affette da una malattia cronica, cioè da cui non è possibile guarire ma che si può tenere sotto controllo, la celiachia.
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine che non permette di assimilare questa sostanza proteica, presente nel grano e altri cereali di uso comune come avena, segala, spelta e triticale; in poche parole nei cereali che sono alla base del pane, biscotti, pizza e tanti altri prodotti di largo consumo. I principali sintomi della celiachia sono diarrea cronica, stanchezza, ritardi della crescita (nei bambini), ma spesso questi non sono evidenti e, come nel mio caso, si arriva a oltre trent’anni senza sapere di essere celiaci.
Personalmente ho scoperto di esserlo dopo aver fatto le analisi del sangue, nel mio caso sia per controllare i valori nel sangue, sia quelle specifiche per sospetta celiachia (antiendomisio, antigliadina igA, antigliadina IgG e antitransglutaminasi); in seguito, ho fatto una visita presso uno specialista e prenotato una gastroscopia con biopsia, cioè tramite una sonda che viene inserita dalla bocca si osserva e poi si prelevano alcune piccolissime porzioni di intestino, che in seguito verranno analizzate per confermare o meno la celiachia. Questo esame deve essere eseguito rigorosamente dopo un periodo in cui si segue una dieta contenente alimenti con glutine, in quanto se si facesse il contrario l’intestino potrebbe risultare meno danneggiato e si rischierebbe così di alterare i risultati; nel 90% e oltre dei casi l’analisi del sangue sono sufficienti ad indicare un caso di celiachia, ma per prassi medica, solo negli adulti, si deve eseguire la gastroscopia con biopsia, in quanto c’è la possibilità di una falsa posività alle analisi del sangue.
Uno dei problemi principali nel diagnosticare questa malattia, come in precedenza accennavo, è il fatto che spesso i sintomi non sono chiari; nel mio caso a parte la stanchezza e il gonfiore quando mangiavo alcuni cibi e l’aria che producevo, non avevo altri problemi a parte, a volte, fastidi alla pancia; io però ero una persona, e lo sono ancora oggi, che mangia molto e non sempre è stata attenta all’alimentazione, quindi mai avrei pensato di avere problemi simili. Quasi non sapevo cosa fosse la celiachia.
Accettarlo all’inizio non è stato facile, ma dopo pochi giorni la preoccupazione principale è diventata quella di organizzarsi. E’ uno dei problemi collaterali di chi soffre di questa patologia, oltre ad evitare di ingerire glutine e non mangiare cibi contaminati (cioè che presentano tracce di glutine perché si trova nella loro composizione, o perché in vari modi ne sono venuti a contatto) infatti ho dovuto organizzare degli spazi in casa dove mettere il mio cibo e quando mangio devo cucinare in pentole e padelle a parte e usare utensili accuratamente lavati, perché l’unico modo per tenere sotto controllo la celiachia è seguire una dieta priva di questa sostanza. Bisogna prestare attenzione, è vero, ma non preoccuparsi oltre il dovuto, con le giuste attenzioni non è necessario cambiare le altre abitudini. Personalmente infatti, con i dovuti accorgimenti, continuo a mangiare nella maggior parte dei locali dove andavo prima con i miei amici o la mia fidanzata; è sufficiente accertarsi che usino prodotti specifici per celiaci e cucinino la pasta, la carne o altro in maniera tale da non contaminarla con i glutine (piastre, pentole, padelle accuratamente lavate) e controllare sempre l’etichetta o informarsi, prima di acquistare qualche prodotto.
Ultimo ma non meno importante, mi preme sottolineare che ogni persona a cui è stata diagnosticata la celiachia ha diritto, dopo aver sbrigato alcuni passaggi burocratici, ad alcune esenzioni per analisi cliniche e a buoni mensili per l’acqusto di prodotti senza glutine.
Per maggiori informazioni è consigliabile consultare il sito dell’AIC, Associazione Italiana Celiachia, http://www.celiachia.it/home/HomePage.aspx, nel quale si trovano tutte le informazioni utili oltre, al prontuario aggiornato annualmente di tutti gli alimenti vietati e le indicazioni dei locali e dei ristoranti che offrono prodotti e menù per celiaci.
Giacomo Santamaria
Capita sempre piu’ spesso di sentire che un amico o un conoscente scoprano di essere celiaci. Ho sentito parlare anche di una pillola che eviterebbe l’assorbimento di glutine e quindi l’infiammazione dei villi. Sono solo ricerche o ci sono gia’ dei farmaci in vendita?
Sembra che ci sia una pillola in fase di sperimentazione sugli umani che nell’85% dei casi funzionerebbe, permettendo così a chi soffre di questa patologia di seguire una dieta meno rigida, che si basa esclusivamente sull’assumere cibi privi di glutine.