Eccomi! sono di nuovo qua miei sventurati lettori, dove eravamo rimasti? Non mi ricordo, purtroppo l’età avanza – 31 circa –  e qualche volta ci metto del tempo per attivare il cervello… Beh cavoli vostri!
Ah, adesso ricordo. Sarà a causa dello shock nel ricordare la mia veneranda età, quindi, ricomincio con la narrazione.
Passati i primi due giorni il nostro eroe iniziò a carburare: sveglia rigorosamente fra le 6 e 7 del mattino, quando i camerieri ancora non avevano preparato la sala del ristorante per la colazione. Spesso infatti mi è capitato…. cavolo ho rivelato la mia identità! Il finto eroe del racconto sono io. Durante il soggiorno dovevo alzarmi prestissimo e mi giravo i pollici fino alle 9, quando il ragazzo di cui mi dovevo occupare, Jonathan, si decideva a svegliarsi; il mio compagno di avventura è una persona piacevole ma è molto pigro, purtroppo, e per svegliarlo o fargli fare le cose a volte dovevo tirargli secchiate di acqua fredda (a meno che il richiamo della foresta/bagno non si facesse sentire prima).
Un vantaggio nel fare soggiorni insieme a lui però è che spesso non fa colazione, quindi iniziare la giornata è meno stancante.
La fatica principale (lavorando con un ragazzo carrozzato) è lo stress fisico, dovendolo spostare con la carrozzina per andare in qualsiasi posto o peggio alzarlo da quest’ultima, quando deve andare al bagno. Nel caso di Jonathan la cosa positiva è che essendo una persona “normale/normodotata” (odio usare questi termini perché i disabili li tratto come tutte le altre persone) dal punto di vista dell’intelletto è meno stressante; inoltre, fatto non trascurabile, non ha crisi di nessun genere e non deve prendere medicinali.
Nelle due settimane passate a Rodi ho conosciuto diversi ragazzi che l’anno precedente non c’erano. Fra di essi mi preme ricordare Michele, un piccolo balenottero: a volte lo chiamavo “balena”, per via del suo grande e tondo pancione e lui rideva sciogliendomi il cuore. Era grande e grosso ma con un sorriso da bambino.
Come non ricordare anche Sara, una ragazza molto carina, con un carattere imprevedibile per via, mi pare, del disturbo bipolare, che comporta repentini cambi di umore, ma dolcissima con tutti e soprattutto con gli altri ragazzi.
Con questi due ragazzi ho passato alcuni dei momenti più divertenti. Un momento in particolare vorrei condividere con voi: mi pare fosse il decimo giorno del soggiorno, quando io e Alessandro, un collega, decidemmo di usare il pedalò e portare alcuni ragazzi in acqua, fra cui Michele e Sara che, sì, per un tratto pedalò, ma lo giuro, mai e poi mai rifarò una cosa simile. Talmente era grave il peso, che ci mettemmo 5 minuti buoni solo per fare dieci metri in acqua; ma ridemmo non so quanto. Il problema principale fu la distribuzione del peso: Sara pedalava con l’altro operatore, io e Michele dietro, con quest’ultimo dallo stesso lato di Sara. Considerando che in due pesavano credo più di 160 chili mentre io e l’altro operatore almeno una decina di meno, capirete la fatica. Infatti poi mi spostai io davanti a pedalare, ma è stato ugualmente faticoso, perché il mare a Rodi è bellissimo ma a 10 metri dalla spiaggia l’acqua sarà alta si e no 30-40 centimetri (o comunque poco di più), quindi il pedalò toccava il fondo.
Morale della favola… un’ammazzata! Ma un divertimento incredibile e una soddisfazione vederli divertirsi.

Alla prossima puntata.

Giacomo Santamaria