Non so voi, ma i nasoni, le fontane tipiche di Roma mi hanno sempre affascinato: nelle mie lunghe camminate in centro mi hanno spesso offerto un gradevole ristoro e ho sempre pensato che quell’acqua fosse davvero buona! Eppure noi Italiani sembriamo gradire poco l’acqua pubblica visto che siamo al terzo posto nel mondo per consumo di acqua in bottiglia, primi in Europa con ben 194 litri pro capite nel 2008. Preferiamo l’acqua “minerale naturale” che non è esattamente sinonimo di acqua potabile. L’acqua per dirsi potabile deve rispondere ai criteri espressi nel decreto legislativo n.31 del 2001, il quale prevede i parametri chimici e microbiologici da analizzare ed i relativi valori limite; prevede il numero di controlli su ciascun pozzo da cui si serve l’acquedotto e prevede inoltre un controllo interno, del gestore del servizio idrico stesso ed un controllo esterno da parte delle Asl di competenza. Inoltre le società che si occupano del servizio idrico integrato, ne gestiscono anche altri come lo smaltimento delle acque reflue…e il tutto alla modica cifra (per un metro cubo di acqua cioè mille litri) di un prezzo inferiore alla bottiglietta di mezzo litro del distributore! In un anno gli Italiani spendono almeno 3,2 miliardi di euro per comprare l’acqua minerale in confezioni da sei bottiglie…roba da matti se pensiamo, inoltre, che le società che commerciano le acque minerali e che in Italia sono le prime tra i produttori mondiali, sfruttano una risorsa che è di tutti perché offerta da Madre Natura e per la quale non pagano nulla o quasi. Lo avreste mai immaginato?

In un anno i produttori di acque in bottiglia guadagnano ben 2,3 miliardi di euro! In Italia ci sono 189 società di imbottigliamento, con 321 marchi, ma in realtà solo 5 grandi gruppi detengono il 59,6% delle vendite (San Pellegrino- Nestlé, San Benedetto, Rocchetta-Uliveto, Ferrarelle e Fonti di Vinadio). Levissima, della Nestlé, è il marchio più venduto con un miliardo di litri l’anno. Ma facciamo un attimo un passo indietro, l’acqua minerale naturale è definita dal Decreto Legislativo n.105 del 1992: sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute”cioè non subiscono dei trattamenti ma vengono imbottigliate così come sgorgano dalle sorgenti per questo hanno delle caratteristiche che spesso le rendono più gradevoli al palato ma, come si faceva un tempo, andrebbero consumate sotto controllo medico, conoscendone bene i valori chimici che spesso superano i limiti di legge imposti per le acque potabili e che potrebbero costituire un serio problema per la propria salute.
Le regioni che prevedono il pagamento di un canone per lo sfruttamento di questa risorsa sono Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata e Sicilia, con quote che variano da 0,3 euro per metro cubo(sempre mille litri) in Campania ai 2 euro a metro cubo per il Lazio. In tutte le altre regioni le società pagano un affitto proporzionale alla superficie del permesso di ricerca della sorgente e del successivo sfruttamento. In Toscana, nella maggior parte dei casi, manca anche questo “affitto” nonostante da una sorgente possano sgorgare anche 20,9 litri di acqua al secondo (650 milioni di litri l’anno) e gli euro che noi spendiamo per acquistarla!
Un altro aspetto da considerare è anche l’uso di bottiglie di plastica (Pet): nel 2005 abbiamo prodotto come rifiuto ben 320-350 mila tonnellate di contenitori di Pet e Corepla, il consorzio che si occupa dello smaltimento, ne ha riciclato solo il 34% cioè 124 mila tonnellate. Bisogna inoltre aggiungere che ben l’82% delle bottiglie gira l’Italia su gomma compiendo km e km per giungere nella grande distribuzione e infine sulle nostre tavole!
Ma l’acqua di rubinetto sa di cloro” qualcuno potrebbe obiettare…fatela decantare per mezz’ora in frigo prima di berla; il cloro viene utilizzato proprio per depurare l’acqua e renderla potabile.
Ma l’acqua Tascasnella non contiene calorie”…ve l’ha mai detto nessuno che l’acqua non è MAI stata calorica? Potete bere in tranquillità perché non ingrasserete, semmai farete tanta “plin plin” e soprattutto aiuterete di più il nostro pianeta e il vostro bilancio di fine mese!
Fonte: Luca Martinelli, “Imbrocchiamola! Dalle minerali al rubinetto, piccola guida al consumo critico dell’acqua”, Altreconomia Edizioni.
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