Nascono i Google Glass dedicati alle missioni spaziali: a darne l’annuncio è stata la stessa Nasa, che ha comunicato di aver avviato una partnership con la “Osterhout Design Group” per la sperimentazione dell’ultimo modello degli occhiali tecnologici di Google che verranno impiegati dagli astronauti nello spazio. Con addirittura maggiore convinzione rispetto a Google, la Nasa pensa che i Google Glass possano rappresentare il futuro della tecnologia indossabile per i suoi uomini nello spazio. Trascorso l’effetto novità, i risultati sul mercato dei rivoluzionari occhiali Google sono stati inferiori alle attese e la stessa azienda ha cominciato dubitare delle reali potenzialità del proprio prodotto, pur mettendo in cantiere una seconda versione.

A non voler accantonare così in fretta gli occhiali smart è però la Nasa, che ha dato vita a questa partnership per capire se il dispositivo può essere inserito fra gli strumenti in dotazione all’equipaggiamento degli astronauti in missione. Questa decisione conferma l’elevato interesse da parte dell’agenzia spaziale statunitense nei confronti dei Google Glass, già al centro di un esperimento durante l’estate scorsa in una struttura sottomarina, che è stata realizzata per simulare nella maniera più fedele possibile quelle che sono le condizioni presenti all’interno della stazione spaziale internazionale.

L’esito dell’esperimento, però, non era stato positivo: gli astronauti hanno scartato il modello di Google Glass a causa dello schermo eccessivamente stretto con il quale era complicata la navigazione nei menu interattivi durante le diverse esercitazioni. In una missione spaziale, i Google Glass servono soprattutto per un aspetto: rimpiazzare i manuali di istruzioni piuttosto ingombranti che sono presenti in dotazione sulle astronavi, poiché si tratta di faldoni di carta di enormi dimensioni e perciò tutt’altro che semplici da consultare. Difficoltà che aumentano, per via dell’agitazione, quando ci si trova in situazioni di pericolo e di emergenza.

Nelle missioni spaziali del prossimo futuro, con l’uomo che presumibilmente verrà inviato sempre più lontano dalla Terra, non sarà semplice comunicare con la base per chiedere aiuto in caso di difficoltà, evitando dunque l’utilizzo dei corposi manuali. Perciò diventa indispensabile avere uno strumento con il quale risolvere in tempi rapidi eventuali problematiche. Chiamando la base da Marte, i tempi di risposta sarebbero di circa venti minuti, decisamente troppi se ci si trova davanti ad un problema e a fare la differenza potrebbe essere la tempestività.

Per tale ragione, da almeno una decina d’anni, la Nasa sta studiando delle alternative efficaci per poter fare a meno degli ingombranti manuali, e garantire ai propri astronauti delle opzioni più rapide e veloci da consultare. Ecco spiegato, dunque, il grande interesse dell’agenzia spaziale verso i Google Glass, lo strumento che al momento sembra rispondere al meglio a questo tipo di esigenza.