Combinando animazione e live action, Hop racconta la storia di Fred (doppiato in italiano da Luca Argentero), un pigro disoccupato che accidentalmente ferisce il Coniglio di Pasqua (doppiato in originale da Russell Brand e in italiano da Francesco Facchinetti) e si trova costretto ad accoglierlo durante la sua convalescenza. Mentre Fred fatica con il peggior ospite del mondo, entrambi impareranno finalmente a dover crescere.

La prima impressione che si ha guardando il film è la semplicità -quanto assoluta franchezza- di una trama predisposta e scontata già dalle prime battute. La successione d’immagini che si alternano durante l’arco di tutta la pellicola è regolata da colori vasti e vivaci che permettono di godere una buona visualizzazione del contenuto. Le variegate ambientazioni, aprono le porte al mondo del surrealismo e dell’ immaginario, permettendo al pubblico ingenuo e fin troppo “comune” di inoltrarsi in questo fantastico mondo.

L’attenzione agli effetti speciali, la simpatia e tenerezza del coniglietto, la colonna sonora dei più grandi successi degli ultimi tempi, la realtà legata a stretto contatto con l’animazione rende il film abbastanza simpatico e divertente, ma non del tutto credibile.

Tutto sommato, una rappresentazione audio-visiva piuttosto buona, ma inevitabilmente lagnosa e monotona, almeno per un pubblico che si aspetterebbe un mix tra humor e avventura combinate assieme.

Il coniglietto di Hop avrebbe potuto ottenere un discreto successo, se non si fosse perso banalmente, puntando maggiormente sull’attrattiva e sull’ampiezza della musicalità. Tralasciando in secondo piano la ricchezza dei contenuti che il film avrebbe dovuto far trasparire come monito – morale – alla generazione dei grandi e dei piccini.

Sotto quest’aspetto, il film lascia alquanto a desiderare non essendoci una base di fondo su cui esplicitare le proprie opinioni e quindi, confrontarsi a stretto contatto con la realtà.

Un esempio si potrebbe trovare nel lungometraggio d’animazione digitale “UP” al quale, oltre che l’elevato contenuto morale, ci si può affacciare alla vita quotidiana prendendo in esame le avventure del protagonista Carl e dell’amabile combriccola.

In definitiva, tra UP e HOP si estende un lago di proporzioni paradossali (vedere per credere).

Il film può rientrare nella fascia di età tra i 3 – 10 anni.