Chi di noi, da piccolo, non ha sentito parlare della giovane Alice e del suo fantastico viaggio nel mondo delle meraviglie? Sognato di assaggiare un pezzetto del fungo del brucaliffo? O di vedere lo stregatto? O ancora di ritrovarsi davanti ad una tavola imbandita, in compagnia dei più stravaganti invitati ad un NON-compleanno?
Credo che, se c’è davvero qualcuno che possa rispondere IO a questa domanda, il numero sia davvero ridotto.
Diversamente dalla storia che conosciamo tutti, però, grazie soprattutto al celebre cartone animato della Disney, questo racconto non è propriamente adatto ai bambini. Io lo consiglierei più ad un pubblico adolescenziale, se non addirittura maturo; sia per il linguaggio che Carroll utilizza, decisamente lontano dalla facile comprensione; sia per la particolarità e la complessità dei personaggi descritti, più o meno bizzarri; sia per i contenuti impegnativi, nascosti dietro ad ogni inaspettato incontro.
L’autore riesce a ricreare con grande maestria quella condizione surreale e a volte persino senza senso dei sogni. Qui entrano in gioco la soggettività, la fantasia, la percezione automatica della realtà che ci circonda e che riflettiamo inconsciamente in quei momenti in cui, la nostra immaginazione, è libera di volare senza costrizioni o limitazioni.
E’ la fantasia di Alice, infatti, a trasformare il mondo che la circonda (la fattoria, il pastore, il frusciare del laghetto, ecc) nei luoghi straordinari che visiterà, o nei magici personaggi che incontrerà nel suo emozionante viaggio nel paese delle meraviglie.
Alice è un personaggio estremamente auto-riflessivo ed ironico, che l’autore riesce a far emergere grazie al suo linguaggio non proprio convenzionale, in quanto la storia, narrata in terza persona, assume comunque una forte connotazione soggettiva. La sua caratteristica più significativa – nonché la sua perenne fonte di guai – è la sua grande curiosità, che la porta ad essere avventata, a volte, ma sicuramente ad arricchirsi di nuove esperienze, nuove conoscenze e nuovi punti di vista, che solo una persona dalla mente molto aperta è in grado di vantare.
Per questo la protagonista non poteva che essere una bambina. Sono davvero poche, infatti, le persone che, in età adulta, riescono ad avere un’apertura mentale così ampia e priva di filtri, come può essere invece quella dei bambini. Ma anche perché lo stupore suscitato da quegli emozionanti, a volte irritanti, e a volte preoccupanti incontri, altrimenti non avrebbe potuto essere altrettanto intenso.
Così intenso da riuscire a coinvolgere anche un lettore piuttosto cresciuto.

Silvia Sacchetti

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