Vespina Fortuna è un’emergente scrittrice romana, attualmente arrivata alla sua terza pubblicazione. Il suo genere si può definire fantastico, ma lei stessa tiene a discostarlo dal fantasy, che oggi viene inconsciamente collegato a figure quali mostri, vampiri e quant’altro.
Nonostante i suoi racconti siano delle vere e proprie fiabe, però, non sono rivolti ad un pubblico prettamente giovanile, anzi. Nella sua produzione letteraria, infatti, è individuabile una sorta di evoluzione, in cui si passa dal primo romanzo (Il principe di Udjania), sicuramente una lettura più adatta ai bambini, al secondo (La leggenda dei plunolingi – popolo del sottosuolo), che è già un pochino più complesso come racconto e quindi non essenzialmente indirizzata ai bimbi, per arrivare al suo terzo romanzo (Quatruo corpuli et quatruo capulei), che è una raccolta di tre favole scritte in una lingua completamente inventata dall’autrice: è una sorta di italiano arcaico, comprensibilissimo per un adulto, ma certo non di immediata lettura per i più piccoli.
In questo particolare metodo di scrittura Vespina sembra aver trovato il proprio stile e la propria strada, che l’hanno portata non solo a produrre un altro libro interamente scritto in “Selenio” – questa lingua inventata – ma anche a realizzare un vero e proprio vocabolario selenico, con più di millecinquecento vocaboli ed in continua evoluzione.

Silvia Sacchetti