Per questa intervista avevo pensato e scritto le domande due o tre giorni prima; mi ero preparato, nei limiti del possibile, documentandomi, ma, nonostante tutto, il pomeriggio dell’intervista ero emozionato come se fosse la prima volta: avevo infatti l’occasione di intervistare un personaggio importante, il signor Leandro Castellani, che ha scritto pagine di non poco conto della cultura radio-televisiva, ma non solo, italiana. Temevo in particolare di fare gaffe, errori, citando cose sbagliate o facendo domande stupide; ma mi sono sentito e sono stato messo subito a mio agio durante l’intervista, perché il signor Castellani si è rivelato una persona estremamente disponibile e gentile, e un ottimo comunicatore, usando, durante tutto il tempo concessomi, un linguaggio molto chiaro ed estremamente diretto.
Leandro Castellani nasce a Fano, suo padre era gestore di un cinema e durante la sua infanzia vi trascorse molte ore, appassionandosi così al cinema e a tutto quello che riguardava la comunicazione. Laureato in filosofia all’Università di Urbino e diplomato al Corso Superiore di Giornalismo presso la stessa Università, nel 1960 vince uno dei pochi concorsi pubblici per la televisione, iniziando così la sua carriera come traduttore, scrittore di testi e lavorando alle edizioni di programmi, per poi passare successivamente alla realizzazione di film, sceneggiati televisivi e tanto altro.
È stato uno dei principali autori di inchieste-tv; fra di esse: L’enigma Oppenheimer (1965), Norimberga processo al processo (1985), Vaticano segreto (1997). La sua attività però non si limita solo alle inchieste tv, ma spazia dagli “sceneggiati”, ai telefilm e ai film tv, di cui è stato regista e spesso anche autore. Fra di essi citiamo: L’Affare Dreyfus (1968), Le cinque giornate di Milano (1970), La gatta (1978); il teatro in tv, con Il Faust di Marlowe (1977); lo spettacolo musicale, con Vai col liscio! (1974); le docu-fitcion, come le biografie risorgimentali di Italia chiamò (1992). Ha inoltre curato la regia della quarta e quinta serie della fiction televisiva Incantesimo (2000-2002).
Fra gli attori diretti nel corso della sua lunga carriera: Ben Gazzara, Arnoldo Foà, Alberto Lionello, Catherine Spaak, Orso Maria Guerrini, Tino Buazzelli fino a Vanessa Gravina, Lorenzo Flaherty e Daniela Poggi.
Per il cinema, fra gli altri, ha diretto: Il coraggio di parlare (1987), vincitore del Premio Sezione Giovani al Festival di Mosca e del primo premio assoluto al Festival di Giffoni, oltre ad altri riconoscimenti; e Don Bosco (1988, Premio Navicella) con Ben Gazzarra e Patsy Kensit. Ha inoltre lavorato per la radio: Le voci dell’aria (Guglielmo Marconi, 65 puntate).
È inoltre un prolifico autore di libri di vario genere; fra di essi: Einstein, (1966); Dossier Majorana, (1974), di argomento storico; saggi giornalistici, I santi dell’apocalisse, (1979); opere di narrativa, Lavinia, (2005); volumi riguardanti linguaggio audiovisivo, Temi e figure del cinema contemporaneo (1965); Come si fabbrica un programma tv, (1970) e numerosi altri.
Giacomo Santamaria
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